Chiste volte lassì fevelà il vin e il sò territori......
Il vino del deserto in Namibia fa gridare al miracolo della natura
Martedì 22 Luglio 2008 07:36
di Marco Ferri
Neuras (Namibia) - Sembra difficile crederci, ma un vino nobile, dal sapore corposo, nasce nella parte sud-est della Namibia, dopo aver attraversato aride colline rocciose e chilometri di deserto dove nulla riesce a sopravvivere. Allan Walkden Davis, anziano direttore generale della Shell in Namibia, conosce palmo per palmo questa parte del Paese: “Qui la maggior parte della gente vende le poche cose che ha ed emigra in città”. La siccità della zona non lascia scampo alla vegetazione. Ed anche quelle poche attività tradizionali –come l’allevamento dell’agnello di Persia, che forniva un minimo di reddito – sono progressivamente cessate a causa della siccità.
È in questo contesto di desolazione e di povertà che Allan Walkden e sua moglie Silvia hanno acquistato i poderi di Neuras, per pura passione verso questa parte del Paese. Dopo qualche tempo, ecco la scoperta impensata: cinque sorgenti d’acqua pura scaturiscono da una faglia geologica, nascosta nella sterpaglia, che già agli inizi del ventesimo secolo erano state parzialmente sfruttate da un mercante tedesco.Interviene un enologo sudafricano, della grande regione vinicola di Città del Capo, incuriosito da quanto gli ha raccontato Allan ed inizia a scandagliare le caratteristiche della zona. Un’altra scoperta: ci sono tutti gli elementi perché Neuras possa diventare un’area di eccellenza per la coltivazione della vigna, un’acqua sotterranea purissima, una terra poco profonda, con la presenza di calcio con un Ph ideale.Allan si mette al lavoro. Progetta la vegetazione dell’oasi: “Palme e roseti catturano l’umidità che viene dall’Atlantico e la rimandano all’oasi” dice orgoglioso. Ma non è un esperto di vini. Si è occupato sempre e solo di petrolio. Ma non per questo desiste. Impianta vitigni di Shiraz, a cui aggiunge più tardi quelli di Merlot, su un piccolo appezzamento di un ettaro, sotto al quale canalizza la sorgente d’acqua che ha scoperto.Confessa che la prima produzione di vino nel 2001 fu un disastro. Decide di imparare dal Sudafrica, dove i vignaioli riescono a produrre un vino apprezzato in tutto il mondo, nonostante la scarsità d’acqua.L’anno successivo raccoglie un successo insperato e il suo Shiraz-Merlot. Riesce a produre 3.000 bottiglie all’anno di quello che vari enologi hanno definito uno dei migliori vini del mondo. Lui, Allan non lo esporta ma pretende che gli estimatori si rechino nell’antica zona di Neuras, apparentemente abbandonata da Dio, e lo assaggino, ammirando un vero e proprio miracolo della natura africana.
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